Federico Fellini. Romance by Jean-Paul Manganaro

Federico Fellini. Romance by Jean-Paul Manganaro

autore:Jean-Paul Manganaro [Manganaro, Jean-Paul]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


quartiere, le forme specifiche di lingua e di parola, i divertimenti dell’individuo e quelli della

collettività, ciò che diventano le cose e gli esseri in un tempo di cui si deve tentare di cogliere

tutto, l’epoca e le sue dimostrazioni: questi sono gli oggetti del lavoro critico che stanno al

cuore del film.

È questo lavoro che si deve osservare, e ciò che ne deriva in termini di poetica. Rinunciando

all’opportunità delle ragioni, alle concatenazioni logiche, contestandone persino la parata per

presentare soltanto sfilate di effetti, Fellini affronterà un periodo che ci sembra diverso – in cui

ci saranno con tutta probabilità anche alcuni tentennamenti.

PARTE TERZA

CHE COSA DIVENTA IL PASSATO:

RACCONTARE LA RIFLESSIONE

I

IL CINEMA DEI RICORDI O IL RICORDO DEI CINEMA: AMARCORD. ODORI E FRASTUONI DI QUELLA CHE FU UNA BELLE ÉPOQUE. LE

«CADUTE» DELLA BELLE ÉPOQUE. CHE COS’È UN PASSATO, CHE COS’È UN PRESENTE? MESCOLANZA DI TUTTI I GENERI

FELLINIANI: COMMEDIA, TRAGEDIA, MUSIC HALL. IL COLORE DI UNO STILE. NUOVE DESCRIZIONI DELL’ISTERIA ITALIANA COME

FORMULAZIONE DEL «BAROCCO». RITORNO DEI MITI DEL PRESENTE E LORO ASSORBIMENTO. LA STORIA PIÙ BELLA DEL

NARRATORE.

L’esperienza tecnica e mentale dei Clowns e di Roma – gli umori subito trascritti – è una tappa

importante per comprendere che cosa si agita sotto la superficie trasparente di Amarcord

(1973). Il titolo rievoca un insieme di ricordi – letteralmente, «io mi ricordo» –, ricordi che

passano, in italiano come in dialetto, dal cuore, cord: tutto passa dal cuore. 1 Il cuore-ricordo lavora come un filtro che condensa materie opache dalle quali scaturiscono scintille: è questo il

ritmo del film, inserito nella monotonia delle vite di una città di provincia interrotta da un altro

genere di monotonia, quella delle piccole vicende che accadono in maniera sistematica nello

stesso periodo dell’anno. Un anno dell’epoca fascista, la quale s’imprime sul film come un

marchio difficile da dimenticare – dal momento che così fu –, ma restituita, insieme al «resto»

in una tonalità sfumata, che non ha valore di ricordo ritrovato e dà ai contorni

l’indeterminatezza di un pastello, né violento né spiacevole, lasciando fluttuare i racconti nella

leggerezza dell’umorismo.

L’uso di attori poco noti rappresenta una scelta importante, legata all’esperienza degli

ultimi film: dopo Toby Dammit e Satyricon, in cui rimanevano alcune figure di un certo rilievo,

Fellini torna a qualcosa che somiglia a un inizio, a quella sorta di invenzione che caratterizza i

primi film fino a Cabiria. A parte Magali Noël, qui nella compiutezza di una recitazione ricercata

dalla Dolce vita fino a Satyricon, a parte Alvaro Vitali – che troviamo nei Clowns e in Roma –, gli interpreti sono debuttanti, molti adolescenti, pochi i professionisti affermati, e tra questi

Pupella Maggio, protagonista del repertorio di Eduardo De Filippo, è sicuramente la personalità

più importante, come Ciccio Ingrassia – lo zio internato in manicomio –, già famoso negli anni

settanta. Il criterio di scelta degli attori risponde a nuove esigenze sceniche, ma rivela, sotto la

superficie narrativa dei frammenti di una giovinezza ancora adolescente, la volontà di ridare

corpo alla memoria del suo stesso cinema, delle sue prime creazioni. Ciò che appartiene alla

memoria ripropone la questione delle somiglianze a partire da un’altra sfida. È come se – in una

funzione ottica



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.